Cina, il Regno di mezzo, il paese più popoloso del mondo, il paese che, nonostante la sua estensione territoriale, non cambia fuso orario. Cina, il paese che esporta tecnologia di altissimo livello e che, paradossalmente, all’epoca (2011), aveva il maggior numero di abitanti a non aver mai visto uno smartphone.
Beijing, Datong, Ping Yao, Xi’an, Nanjing, Hangzhou, fino a Shanghai, in 3 settimane. 21 giorni di unicità. Mi sono inamorata di questa cultura così lontana, così singolare, che malgrado i primi anni del maoismo, è rimasta quasi intatta. Allo stesso tempo però, ho provato tanto dispiacere per la miseria nella quale vive la classe operaia, per la ‘schiavitù’ morale che imprigiona la maggioranza e che traspare nella vita di tutti i giorni, per l’inquinamento che ti impedisce di guardare il cielo dopo le prime ore del giorno, ed infine, rammarico per un presente che tende a cancellare la magnificenza di una delle civiltà più antiche del mondo.
Ma c’è ancora tanto da scoprire e ci tornerò!