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Abbazia di San Galgano

L’abbazia cistercense di San Galgano, pur essendo completamente in rovina e ridotta alle sole mura, è comunque una tappa obbligatoria. Qui si respira un’aria diversa, storia e leggenda si intrecciano e diventano magia. Di San Galgano, titolare del luogo che si festeggia il 3 dicembre, si sa che morì nel 1181 e che convertitosi dopo una giovinezza disordinata, si ritirò a vita eremitica per darsi alla penitenza, con la stessa intensità con cui si era prima dato alla dissolutezza, ed il momento culminante della conversione avvenne nel giorno di Natale del 1180, quando Galgano, giunto sul colle di Montesiepi, infisse nel terreno la sua spada, allo scopo di trasformare l’arma in una croce; in effetti nella Rotonda c’è un masso dalle cui fessure spuntano un’elsa e un segmento di una spada corrosa dagli anni e dalla ruggine, ora protetto da una teca. Ecco perchè qualche ipotesi ardita su possibili relazioni fra la mitologia della Tavola Rotonda e la storia del santo chiusdinese.

Io ci sono arrivata grazie ai racconti della gente del posto, persone che durante l’infanzia giocavano all’interno della chiesa, allora completamente abbandonata, che tuttora si presenta privo della copertura e del pavimento, sostituito da terra battuta che in primavera si trasforma in un manto erboso.

Credetemi, ne vale davvero la pena, e poi, fidatevi, concludete con un aperitivo nel bosco vicino, dove c’è un unico bar che vi farà assaggiare dei vini della propria cantina!

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